Oporto è stata una piacevole scoperta, durante il tour del Portogallo dell’estate 2017. Come al solito ero partita con poche informazioni, quelle che mi avrebbero permesso di muovermi ed orientarmi tra le cose da vedere e fare. Allo stesso tempo ho cercato di non affidarmi a troppi consigli di viaggio, prediligendo storie di esperienze che facessero emergere lo spirito del posto.
Tutto il Portogallo è all’apparenza molto colorato, solare ed estroso, ma dietro a questo strato superficiale conserva un’anima introspettiva, solitaria e nostalgica che si respira in tanti angoli e situazioni di vita. Il poeta Fernando Pessoa ha definito questa specie di malinconia per i momenti felici con la parola saudade, impossibile da tradurre in italiano.
In questo articolo vi racconterò la mia visita, durata appena un giorno e poche ore, ma che allo stesso tempo è stata sufficiente a farmi amare questa città. Chi ha già visitato Oporto potrà forse ritrovarsi nel mio racconto, oppure aggiungere delle proprie considerazioni commentando il post. Sarò felice di leggervi e rispondervi. Spero invece di poter ispirare qualche viaggiatore che sta pensando di recarsi presto in Portogallo. Invito entrambi a leggere la mia breve ma intensa esperienza.
Di giorno tra cantine e vicoletti, di sera alla ricerca del tramonto perfetto.
Io e le mie amiche abbiamo iniziato il nostro tour del Portogallo proprio da Oporto. Siamo partite il 4 Agosto dall’aeroporto di Bergamo alle 21.15, arrivando a destinazione intorno alle 23.00. Per arrivare in centro città ci siamo affidate ad un treno, attendendo oltre mezz’ora, eppure nonostante l’ora tarda era pieno di gente.
Come faccio a ricordare così tanti dettagli? No, non ho una memoria di ferro, ma da sempre porto con me un taccuino in ogni avventura, che compilo prima di partire e diventa uno dei miei 3 migliori compagni di viaggio.
Qui a Oporto abbiamo alloggiato presso l’ Alojamento local monte Sinai, vicinissimo alle principali vie centrali. La camera non era particolarmente piacevole, ma d’altronde avendo speso poco più di 10 euro a notte, non potevamo pretendere troppo. In viaggi come questi, dove non si è con bambini o non si hanno esigenze particolari, risparmiare sull’alloggio aiuta a permettersi di spendere qualche soldo in più per una cenetta tipica o una visita guidata. L’importante ovviamente è che non manchi l’igiene e che ci siano i servizi principali. Qui avevamo tutto, persino un bagno in camera ricavato da un vecchio balcone e un pezzo d’antiquariato: una TV di quelle che ormai trovi solo nello scantinato della casa dei nonni.
Siamo state in questa città solo il giorno successivo e una parte di quello dopo, ma sono stati sufficienti per immergerci nella sua cultura. La prima cosa che abbiamo visitato è stata la Cattedrale a due torri (anche chiamata Sé) con il chiostro interno finemente rivestito di azulejos bianchi e blu. La luce del sole batteva contro queste piastrelle illuminandole e facendone emergere i disegni di carattere religioso. La cosa curiosa di questa struttura è che la parte esterna non da’ il minimo accenno a quanto si può trovare dentro. Infatti il suo stile barocco risale a lavori successivi alla sua costruzione a cavallo tra il XII e il XIII secolo. Il chiostro si può visitare nel piano terra e sul piano della terrazza, dove in una giornata di sole senza nuvole sarà piacevole vedere il contrasto dei tetti rossi con il celeste del cielo.
Dopo questa visita, avendo poco tempo a disposizione, ci siamo dirette a piedi verso la zona delle cantine, dove avevamo intensione di fare l’assaggio del tipico vino liquoroso Porto.
Camminare a piedi per le città, piuttosto che con i mezzi pubblici, ti permette di vedere anche quartieri meno turistici e di conseguenza più rappresentativi del luogo. Oporto ad esempio è ricca di vicoletti, piccole stradine in salita e in discesa, spesso anche munite di scalinate per i pedoni. Dalle zone più alte si possono ammirare i tetti rossi delle case, i balconi con i panni stesi e in lontananza le coste del Rio Douro che taglia la città. Oporto conserva qualcosa di nostalgico nelle sue facciate ricoperte di azulejos, che allo stesso tempo rallegrano lo spirito del viaggiatore che si perde alla scoperta di questa città. Una cosa molto affascinante è il patchwork di elementi decorativi che qui trovano un equilibrio estetico fuori dall’ordinario. Ogni singola casa diventa interessante per uno scatto fotografico o una seduta di Urbansketching.
Arrivate lungo il Rio, non ho fatto a meno di notare l’aria differente che si respirava qui: dai vicoli stretti poco battuti dal sole, al lungo mare spazioso e assolato. Quello che restava uguale era il sottofondo dei versi dei gabbiani, lo stesso che, se non chiudete le finestre di notte, può disturbare il vostro sonno.
Per arrivare dall’altro lato del Rio abbiamo attraversato il ponte Dom Luis I ,costruito da un’allievo di Eiffel. Questo ponte, insieme ad altri che si ammirano in lontananza, da’ alla città un tocco molto moderno.
Lungo la struttura interamente in ferro, il vento è veramente molto forte e a tratti anche fastidioso. Se avete i capelli lunghi legateli o teneteli fermi con una fascia, se soffrite di otite coprite le orecchie e se la gola è il vostro punto debole riparatela con una sciarpa anche se farò molto caldo.
I bar e i ristoranti in questa zona sono decisamente più turistici e per questo affollati. Noi abbiamo pranzato in un locale non molto distante dalla cantina SANDEMAN dove avevamo prenotato il tour guidato. La cucina portoghese è ricca di pesce e il baccalà vi verrà servito in tutte le preparazioni possibili. Una cosa caratteristica è che appena vi sarete seduti, in qualsiasi ristorante, vi verrà servito un misto di antipasti che pagherete solo se consumati. Non l’ho trovata una cosa molto igienica, ma in vacanza non mi pongo troppi quesiti, quindi noi abbiamo mangiato sempre tutto, anche perché il servizio qui è lentissimo.
Il lato delle cantine è molto alternativo e giovane e passeggiando per le vie secondarie ci si imbatte in arte di strada insolita che rende questa città perfettamente integrata nello stile europeo, nonostante l’influenza araba degli azulejos. Se sarete fortunati potrete sentire artisti di strada che suonano il fado (un tipico Blues portoghese), mentre se vi organizzerete in tempo, potrete assistere ad uno spettacolo di fado in qualche caratteristico locale in tarda serata. Vi consiglio quindi di prenotare prima, soprattutto se andate in Agosto, perché spesso l’ingresso a queste serate è sold-out.
Siamo rimaste in questa zona fino al primissimo pomeriggio, quando ci siamo dirette alla ricerca di qualche miradora dove vedere il tramonto. Questa è una delle esperienze che non potete perdere, perché approfittando della geografia del luogo, avrete la possibilità di ammirare dei panorami particolari in perfetto relax.
Prima di dirigerci verso i miradora, abbiamo deciso di fare tappa alla Libreria Lello & Irmão, a cui si ispirano alcune scene di Harry Potter. Non sono un’appassionata di questa saga, anche se apprezzo la storia e la sceneggiatura, però non sono rimasta particolarmente entusiasta della visita. Lo spazio è molto piccolo e c’erano troppe persone, la scelta dei libri era molto accurata e particolare, ma la quantità di gente e soprattutto di bambini non faceva apprezzare a pieno la visita. Per non parlare del fatto che l’ingresso è a pagamento. Vi consiglio di entrare se siete appassionati di questa storia, se per qualche motivo i vostri viaggi includono una tappa in una biblioteca, ma se avete poco tempo a disposizione potete semplicemente vederla dall’esterno, evitando la fila immensa e prediligendo la visitare di qualche chiesa o parco nelle vicinanze.
Dal momento che avevamo un solo tramonto da sfruttare, noi ci eravamo preparate una lista di possibili punti da cui ammirarlo, e alla fine abbiamo optato per la zona dell’università. Non potevamo fare scelta migliore. Qui era pieno di ragazzi tra i 25 e i 35 anni, che a gruppi prendevano posto su una specie di prato all’inglese in pendenza. Di fronte si poteva ammirare una parte di Oporto dall’alto, con un ponte in lontananza, ma non era quello dove eravamo state qualche ora prima. L’atmosfera era molto rilassata, non c’era caos nonostante ci fosse molta gente. Poco distante c’era un piccolo chiosco che vendeva birre a 2 euro al bicchiere. Non potevamo desiderare di meglio.
Penso che Oporto sia bella per questo: all’apparenza ti trascina in uno stato di frenetica allegria, con questi azulejos colorati e a volte bizzarri nell’accostamento di colori e pattern. Poi quando il sole tramonta e i colori diventano più piatti e sfumati ti porta in uno stadio più introspettivo e nostalgico, ti fa pensare. Le strade di notte sono poco illuminate, ma quei pochi fari accesi riportano l’attenzione su vecchie chiese dismesse e facciate di case dallo stile antico.
Quella sera abbiamo mangiato velocemente in un locale del centro storico, ma nulla che valga la pena menzionare. Il giorno dopo ci attendeva un viaggio in treno diretto a Lisbona, perciò non abbiamo avuto modo di vivere Oporto di notte.
La mattina infatti ci siamo svegliate presto, prima delle 8, per uscire, fare colazione con calma e andare a prendere il treno. Con l’occasione abbiamo visitato la stazione São Bento, bellissima nei suoi decori che ricordano lo stile del chiostro della Cattedrale. Molto presto vi racconterò l’imprevisto in viaggio vissuto proprio qui. Dopo le prime 24 ore di viaggio dove tutto era filato liscio, io e le mie amiche non potevamo farci mancare un po’ di ansia.
Tutto è imperfetto, non c'è tramonto così bello da non poterlo essere di più. Fernando Pessoa
Viaggiare anche solo attraveso un blog…..fantastico con la tua descrizione dettagliata e pulita
Grazie Giovanna, continua a seguire le mie avventure. Presto saranno pubbliche le altre tappe in Portogallo! E tante novità …