C’è una cosa che accomuna uno zaino e un taccuino: entrambi fungono da contenitori. E in un mondo che, per diverse ragioni, ci porta ad essere sempre più nomadi, questi due accessori finiscono per essere gli “oggetti nomadi” per eccellenza.
Lo zaino ci costringe ogni giorno, durante ogni viaggio, a fare delle scelte, a selezionare cosa è necessario portare con noi. Così il taccuino, oggetto semplice e complesso allo stesso tempo, ci obbliga a fermare le nostre idee e a renderle visibili. Da questa prospettiva, ad una leggerezza materiale si affianca la vera ricchezza, intangibile.
Qui potrai leggere qualcosa in più su di me. Ho aperto questo spazio con l’obbiettivo di condividere le mie esperienze e il mio modo di guardare al viaggio: una continua ricerca di nuove domande da porsi, con poche cose nello zaino e tante riflessioni in un taccuino.
Mi piace ricordare sempre una frase di Sergio Bambarén:
“Le uniche cose che ti appartengono davvero sono i tuoi sogni e la libera volontà di vivere la vita nel modo in cui desideri farlo. Tutto il resto lo prendiamo soltanto in prestito”.