Tra i desideri del 2020 c’era quello di visitare alcuni castelli del Ducato di Parma e Piacenza, dopo essermi innamorata di Castell’Arquato.
I cartelli stradali che incrociavo spesso in macchina sembravano proprio richiamare la mia attenzione sulla visita di alcuni borghi e così la scorsa settimana io e il mio ragazzo abbiamo preso zaino e taccuino e impostato il navigatore per raggiungere il Castello di Gropparello. Il nome di questo borgo mi ha incuriosita fin da subito; ho pensato a qualcosa di fiabesco e fuori dal tempo e così è stato: una meta che consiglio a chiunque voglia scoprire la storia di questi luoghi, restando a contatto con la natura.
IL TERRITORIO CIRCOSTANTE
Il castello si raggiunge in macchina, con destinazione finale la località di Gropparello, in provincia di Piacenza. All’arrivo è possibile parcheggiare in un’area di sosta libera per i visitatori. Il percorso in macchina è piacevole, ma ricco di curve perché il castello sorge in mezzo a Val Vezzeno, a 350 metri d’altezza. Questo dettaglio è molto importante per capire la struttura del castello che, a differenza di quelli costruiti in pianura, non ha una pianta regolare. Il castello è un esempio di come spesso sia la natura a guidare l’uomo, e di come da una situazione naturale estremamente difficile, possa sorgere una struttura che nella forma irregolare raggiunge la sua massima originalità.
Il castello fu infatti costruito con sassi di fiume, su un’ enorme roccia nera, chiamata Ofiolite. Già dai primi passi oltre il ponte levatoio, è infatti possibile scorgere delle protuberanze di roccia dalle mura color mattone.
LA VISITA GUIDATA
La visita al castello è consentita solo con la guida al costo di 10 euro a persona. Questo contribuisce ad arricchire l’esperienza di storie ed aneddoti, ma anche a mantenere riservate alcune aree del castello che sono abitate dagli attuali proprietari.
Ad aspettarci all’ingresso c’era Davide, la nostra guida, che ha subito saputo coinvolgerci nella storia di questo castello, costruito tra il 1000 e il 1300 come luogo di difesa. A ridosso della biglietteria, circondata da un giardino quasi fiabesco, non è ancora possibile scorgere il castello, che invece si vede lungo la strada d’arrivo, in lontananza. Per arrivarci si passa per un breve viale alberato e qui inizia la vera e propria visita: il castello è totalmente immerso nel verde, tra boschi di alberi secolari, un parco naturalistico con un piccolo torrente e un orto botanico.
Al vero e proprio corpo del castello si accede tramite un ponte levatoio che passa su un fossato senza acqua. Una volta attraversato si arriva in quella che è l’area aperta del corpo del castello da cui si ammirano esternamente tutti gli elementi della struttura. In particolare è possibile visitarne due: il Maschio, la torre alta di difesa, e il Corpo Nobile, dove si svolgeva la vita dei proprietari.
IL MASCHIO E LA VISTA SU VAL VEZZENO
La torre di difesa, il Maschio, è l’elemento più alto e più antico del castello. Alcuni elementi ancora intatti descrivono tutte le tecniche di difesa del periodo medievale. Attraverso una scala irregolare, costruita anch’essa sulla roccia, si accede all’ingresso della torre, che ospita una piccola chiesetta, introdotta successivamente durante il restauro di metà 1800.
L’interno della torre non è arredato, se non per qualche piccolo elementi decorativo, infatti la principale sosta avviene in cima alla torre, raggiungibile dall’ultimo blocco di scale a chiocciola.
Da questo punto è molto più semplice comprendere il territorio circostante, irregolare, roccioso e attraversato da un piccolo torrente. La torre era il punto strategico da cui veder arrivare il nemico, oggi è uno spettacolare punto panoramico su Val Vezzeno e sulla stratificazione storica del luogo. Dalla torre medievale, si scorge tutto il complesso architettonico del corpo nobile, rivisto a metà del 1800. Poco più avanti è possibile vedere quel che resta di un piccolo altare celtico, in lontananza le nuove costruzioni dei paesi limitrofi. Tutto è perfettamente incorniciato da una immensa distesa di verde in mezzo all’Appennino Ligure.
IL CORPO NOBILE
Lasciata la torre, la visita prosegue all’interno del Corpo Nobile, la zona più romantica del castello. La ristrutturazione avvenne tra il 1850 e il 1870 e con il tempo gli elementi interni hanno subito modifiche dalle famiglie che hanno preso il possesso dell’intera struttura. Le 4 sale che si visitano sono un racconto visivo della storia di questo luogo, ma non mancano elementi da collezione, come nella Sala della Musica, che un tempo era invece la camera da letto.
La prima sala è la più grande ed era destinata al ricevimento degli ospiti e a prendere le decisioni più importanti. La seconda è la sala da pranzo, caratterizzata da un camino riccamente decorato, originariamente molto più sfarzoso di quanto non lo sia ora. Tra i simboli delle decorazioni salta subito all’occhio la conchiglia si capesante, simbolo dei pellegrini che sono passati da questo luogo, seguendo la Via Francigena. A seguire ci sono la Sala della Musica e la zona studio.
E’ interessante come sia sempre presente l’elemento naturale, grazie alle finestre che danno sul bosco adiacente e rendono questo posto fiabesco anche una volta entrati nelle sale.
I MISTERI DEL CASTELLO
Lasciata la parte più romantica del corpo nobile, Davide ci ha accompagnato in quella che un tempo era la zona di dispensa, attraverso una piccola porticina. Ci siamo ritrovati in un angolo completamente diverso dagli arredi luminosi e decorati del piano principale. L’ambiente poco luminoso lo ha reso il punto ideale per ascoltare qualche mistero sul castello.
Sentirete storie di passaggi segreti e porte mai trovate, ma anche quella del fantasma di una donna, vissuta nel 1200 e murata viva dal marito. I numerosi fiori bianchi che si incontrano lungo tutto il percorso guidato, sono proprio in onore di questa presenza che si dice non abbia mai lasciato il castello.
Ho scoperto solo dopo che l’attuale proprietario ha scritto un romanzo sulla sua esperienza, trovate tutte le informazioni sul sito ufficiale del Castello di Gropparello.
FINE DELLA VISITA: PAUSA TACCUINI E PRODOTTI LOCALI
La visita è terminata con una piacevole pausa caffè in compagnia del mio taccuino dove ho raccolto tutte le informazioni che oggi leggete in questo blog, ma anche qualche appunto visivo come piace a me. Di questa esperienza mi ha affascinato praticamente tutto: il contesto naturale, la visita guidata (spesso sono noiose, ma questa è stata davvero interessante), la cura della struttura e il servizio.
Al termine dalla visita potete gustare qualche prodotto locale nel ristorante adiacente, la Taverna Medievale, affianco ad un incantevole roseto. Sono felice di poter custodire nei miei taccuini anche questa esperienza.
Le provincie di Parma e Piacenza sono ricche di castelli e di borghi medievali da scoprire, molto spesso immersi nella natura. Non vedo l’ora di visitarne altri. Conoscevate questo castello?
“Degli antichi castelli mi incuriosisce la vita che hanno visto passare e che in parte trattengono ancora.
Chissà quanti sogni sono rimasti sulle torri”
Fabrizio Caramagna