La Sacra di San Michele in Val di Susa: 5 motivi per visitarla.

Vi capita mai di essere in un luogo di passaggio e sfruttare quel poco tempo a disposizione per esplorare quanto più possibile? A me succede spesso e proprio lo scorso week end, mentre mi trovavo in un piccolo paesino della Val di Susa per un matrimonio, ho realizzato di essere a pochi km da una delle architetture più suggestive d’Italia. Io e Bruno non avevamo molto tempo a disposizione, ma con un po’ di organizzazione, la mattina del rientro abbiamo fatto una piccola deviazione in questo luogo suggestivo di cui vi parlerò in questo post.

Non avevamo programmato nulla, come sempre, ma siamo dei buoni osservatori e ci lasciamo guidare dall’intuito e dal luogo in cui ci troviamo. Questa “tecnica” non ci ha mai tradito. Mentre eravamo in macchina, a 10 minuti dalla destinazione finale, abbiamo scorto uno strano ammasso roccioso sulla cima di una montagna. Più ci avvicinavamo, più quella formazione rocciosa assumeva una forma sempre più definita finché abbiamo intuito che si trattava di qualcosa di più di una semplice roccia.

La Sacra di San Michele è una meta perfetta per un viaggio in Val di Susa o anche come meta fuori porta se vi trovate a Torino. Vale decisamente il viaggio anche se vi trovate di passaggio e dovete effettuare una piccola deviazione come ho fatto io, arrivando in macchina a circa 20 minuti dal comune di Avigliana.

Tra religione, storia, arte e cultura, qui trovate 5 motivi per cui visitare questo luogo meraviglioso.

1 – È il monumento simbolo del Piemonte.

Situata a 40 Km da Torino, sulla cima del monte Pirchiriano a quasi 1000 metri d’altezza, questa antichissima abazia è il monumento simbolo della regione Piemonte dal 1994. La sua importanza va oltre i confini regionali e nazionali, poiché è uno dei più grandi complessi architettonici religiosi di epoca romanica di tutta l’Europa.

Costruita tra il 983 e il 987 come punto di riferimento per i pellegrini, raggiunse il suo massimo splendore nel XII secolo diventando luogo di ospitalità anche per aristocratici. Risale a quegli anni anche la costruzione dell’attuale chiesa a tre navate, dove sono sepolti alcuni membri della famiglia reale di Casa Savoia.

Ciò che oggi ammiriamo di questo maestoso complesso architettonico è il risultato di numerosi restauri che vennero realizzati nel corso del 1800. Non si parla solo di restauri integrativi, ma anche stilistici, motivo per cui una volta entrati nelle varie aree dell’abazia si nota uno stile eclettico: a scorci in stile romanico se ne alternano altri in stile gotico.

L’edificio è costruito sulle rocce e questa caratteristica lo rende un complesso imponente e rilevante su tutto il panorama circostante.

La prima impressione è quella di un edificio massiccio e pesante, ma basta avviarsi lungo i primi scalini per notare un gioco di pieni e vuoti, che lo rende più leggero. Purtroppo questo effetto è dato da intere aree danneggiate da numerosi bombardamenti e terremoti. È proprio questo contrasto tra pieni e vuoti, luce ed ombra, a rendere suggestiva l’ atmosfera. Tra i resti ci sono gli enormi muraglioni antichi, ampi archi e pilastri altissimi, che finiscono sul precipizio del monte con la cosiddetta Torre della Bell’Alda.

La Torre della Bell’Alda è sicuramente uno dei luoghi più pittoreschi, ma non è l’unico degno di nota. Tra gli elementi artistici ed architettonici più interessanti ci sono anche: il Portale dello Zodiaco con lo Scalone dei Morti, il Sepolcro dei Monaci (prima dell’ingresso); la Chiesa con i numerosi affreschi, una casetta “ottocentesca” sede di una stazione per comunicazioni militari con il sistema di telegrafo ottico.

Sono stati gli ultimi interventi di restauro dal 1999 al 2002 a conservare perfettamente ciò che è rimasto delle epoche più remote. Percorrere le aree di questo complesso è un vero e proprio viaggio nel tempo.

2 – Si trova lungo la linea di Gerusalemme.

Questo è il secondo motivo per cui vale la pena visitare questo santuario: si trova lungo l’itinerario di Gerusalemme, un insieme di santuari dedicati al culto del Santo Arcangelo Michele, perfettamente allineati su una linea retta, che parte da Gerusalemme e arriva in Irlanda.

La Sacra di San Michele si trova al centro, a circa 1000 Km di distanza, da Monte Sant’Angelo in Puglia e da Mont Saint Michel, nella regione della Normandia in Francia. Questi due sono solo alcuni dei più noti santuari lungo l’itinerario, che parte dall’ Israele e arriva fino a Skellig Michael, nella Contea di Kerry, in Irlanda.

Tra gli altri luoghi di culto più rilevanti ci sono: il monastero di San Michele sull’isola di Symi in Grecia e St. Michael’s Mount, nella zona della Cornovaglia, in Inghilterra.

Questa linea retta che va da nord-ovest a sud-est fu tracciata dai nostri antenati cristiani semplicemente osservando le stelle e, percorrendo l’Europa cristiana, indicava ai pellegrini la via per Gerusalemme, fino al Santo Sepolcro, passando per santuari, chiese e conventi, molti dei quali sulle cime di monti.

3 – Ha ispirato il romanzo di Umberto Eco “Il nome della Rosa”.

Avete presente le suggestive descrizioni del romanzo di Umberto Eco? Chi non ha avuto i brividi leggendo i primi capitoli dedicati interamente alla descrizione dei luoghi? Lo scrittore piemontese, che conosceva bene questo luogo, dichiarò di essersi ispirato proprio alle sue architetture e alla sua storia monastica per la stesura del romanzo storico “Il nome della rosa”. Lo stesso personaggio Guglielmo da Baskerville fu ispirato da un monaco realmente vissuto nella Sacra.

Sarebbe stato anche il set ideale per il successivo film, ma a causa della posizione geografica e del budget, le scene furono girate altrove.

4 – È una bellissima “terrazza” sulla Valle di Susa, ma non solo. 

La visita alla Sacra di San Michele è anche un bellissimo belvedere sulla Valle. Ci sono diversi punti, a varie altezze, da cui ammirare il paesaggio verde attorno.

Sicuramente il balcone più suggestivo è quello della Torre della Bell’Alda, ma non mancano terrazze più alte come quelle vicino al Portale dello Zodiaco e all’uscita dalla Chiesa da cui è possibile vedere in lontananza la città di Torino.

Se inizialmente la posizione di questo complesso lo rende quasi inaccessibile, è una volta giunti in cima che si scopre uno dei suoi valori: un punto di osservazione e scoperta sulla Valle di Susa.

5 – È emblema di un viaggio lento e consapevole.

Il nostro viaggio non era programmato per visionare la Sacra di San Michele e abbiamo raggiunto il santuario con la macchina, in circa 20 minuti dalla località di Avigliana. Ma essendo meta di pellegrinaggio è possibile arrivarci attraverso più sentieri battuti. Anzi questo è il percorso più consigliato per conoscere meglio la zona che vanta molte specie vegetali.

Sono tre i percorsi escursionistici per raggiungere l’abazia : il primo parte dalla Chiusa di San Michele, il secondo dall’abitato di Sant’Ambrogio, il terzo si chiama Sentiero dei Principi, partendo dalla borgata Mortera di Avigliana.

Durante il Medioevo da qui passava un’importante via di pellegrinaggio: la via Francigena che univa Mont Saint Michel al santuario di San Michele Arcangelo, in provincia di Foggia.

Questi percorsi, in passato come oggi, rappresentano un tipo di viaggio lento e consapevole nei confronti della natura e della storia dei luoghi. Sono il tipo di esperienze che preferisco quando il tempo a disposizione lo permette.

La visita della Sacra di San Michele rappresenta anche un’occasione di “turismo geologico”. La Sacra è infatti costituita da rocce in gran parte di origine oceanica. Molte delle sculture dell’abside derivano dalla trasformazione delle lave sottomarine uscite dai vulcani della dorsale oceanica. Infine i marmi del Portale dello Zodiaco sono realizzati con rocce di antichissima origine corallina.

E pensare che prima di arrivare a destinazione non immaginavo di vivere un’esperienza come questa. Il bello dei viaggi è la sorpresa. Ero partita senza una meta precisa, le pagine vuote del mio taccuino sono sempre destinate a riempirsi di esperienze e poche volte programmo nel dettaglio i miei viaggi.

La Sacra di San Michele è stata una bella scoperta, una meta che ti da il benvenuto all’ingresso della Val di Susa e ti saluta con un arrivederci, perché ci tornerei volentieri magari attraverso una delle escursioni consigliate.

Quale di questi 5 motivi vi spingerebbe a visitare la Sacra di San Michele? Ci siete mai stati?

“La costellazione chiamata “camminare” ha una storia, la storia percorsa da tutti quei poeti e quei filosofi e quei rivoluzionari, da pedoni distratti, da passeggiatrici, da pellegrini, turisti, escursionisti, alpinisti, ma il suo futuro dipende dal fatto che quei sentieri di collegamento vengano percorsi ancora”.
Rebecca Solnit

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