Il Sentierelsa: un percorso fluviale in Toscana.

Il lockdown dei mesi scorsi è stato un momento di grandi riflessioni e domande. Rivedere ogni giorno la mia stanza, piena di cose materiali, strumenti tecnologici e prodotti di consumo ha attivato un gran bisogno di essenzialità e ritorno alla natura. Nonostante adori vivere in città e per questo ho scelto prima Milano e poi Firenze, quando ho bisogno di ricaricare le energie e attivare la creatività, scelgo sempre luoghi naturali e lontani dai centri urbani. Per questo motivo, appena ho potuto indossare nuovamente lo zaino, ho scelto una meta naturalistica molto vicina, ma non tanto conosciuta come mi aspettavo.

Ad appena 47 Km da Firenze, nella provincia di Siena, c’è un percorso fluviale chiamato Sentierelsa, che prende il nome dal fiume Elsa ed è adatto ad ogni tipo di escursionista, anche ad intere famiglie con bambini. Ovviamente è sempre consigliato avere un’attrezzatura base per attività all’aria aperta.

IL FIUME ELSA

Da un punto di vista ittico, il fiume Elsa è tra i più importanti fiumi d’Europa. Ha due sorgenti, una delle quali conosciuta come LE CALDANE era nota già agli Etruschi e ai Romani; la seconda è invece conosciuta con il nome LE VENE per la ramificazione degli afflussi di acqua. Per un buon tratto a ridosso delle sorgenti il corso viene chiamato Elsa Morta, ma per tutto il Sentierelsa sarete a contatto con quella che viene chiamata Elsa Viva, dalle acque molto limpide e celesti e piccole cascate che contribuiscono a rendere il percorso molto interessante.

IL PERCORSO FLUVIALE

Molti dei miei amici fiorentini non erano a conoscenza dell’esistenza di questo percorso, alcuni ne avevano sentito parlare, ma non l’avevano mai visitato. Personalmente ho trovato questo tratto quasi fiabesco per i colori vivissimi e il curioso collegamento con il contesto urbano circostante. Sembra di entrare in un altro mondo, forse perché a differenza di molti trekking che ho fatto, l’ingresso non avviene da un ambiente già naturale, ma a ridosso di strade molto trafficate.

Ho deciso di condividere subito la mia esperienza perché questa è la stagione perfetta per visitare il paesaggio e rinfrescarsi nelle acque di un fiume.

Il percorso si distribuisce lungo 4 Km e ha un ingresso principale a partire dal Ponte San Marziale, anche se personalmente ho fatto il percorso al contrario e quindi ho raggiunto il ponte solo alla fine del percorso.

La mia escursione è iniziata dall’ultima uscita, a ridosso del Ponte di Spugna e consiglio questo ingresso a chi sceglierà di fare tutto il percorso perché la natura regala scorci sempre più affascinanti. Se invece avete voglia di sostare sul fiume e non fare tutto il percorso, consiglio di accedere dall’ingresso principale perché verrete subito sommersi dalla parte più scenografica del sentiero.

DAL PONTE DI SPUGNA AL PONTE MARZIALE

Il percorso inizia con una stradina molto curata, qualche coltivazione in uno spazio recintato e un simpatico Spaventapasseri, che io ho trovato completo di mascherina. Questo tratto è incastrato nel contesto urbano, poiché i primi passi sono ancora accompagnati dal rumore delle macchine che passano lungo il ponte e i rumori provenienti dalle palazzine adiacenti. L’impressione iniziale è quella di entrare in un orto privato (mi sono quasi sentita un’intrusa), ma bastano pochi passi per sentirsi immersi in un mondo quasi fatato, con varie specie di arbusti e le acque del fiume illuminate dai raggi del sole. 

Il primo tratto del sentiero è stretto e pianeggiante, il fiume si vede appena dietro la vegetazione dalle varie tonalità di verde. Anche il corso del fiume è stretto e per lo più in ombra per la presenza di molti alberi. Ma basta camminare qualche minuto per essere interamente sommersi dalla vegetazione alta e ormai lontani dalla zona urbana.

Lungo il sentiero si incontrano tre attraversamenti a guado che in ordine cronologico prendono questi nomi: Equiseti, Apollo e San Giorgio. Sono decisamente i tratti più “avventurosi” del sentiero, ma davvero molto semplici, soprattutto se avrete dalla vostra parte una bella giornata di sole.

A metà percorso il sentiero diventa meno pianeggiante, con qualche salita e discesa, alcune delle quali agevolate dalla presenza di scalini, piccoli ponti di legno e qualche ringhiera di corda.

La vegetazione è variegata e regala splendide tonalità di verde, ma anche forme e texture particolari. Tuttavia penso che ciò che rende unico il tragitto sia il colore dell’acqua che a tratti diventa di un celeste quasi irreale. Molto probabilmente a favorire questo colore è il tipo di roccia calcarea dal colore biancastro presente per gran parte del sentiero. Uno dei tratti è infatti denominato MASSO BIANCO, per l’evidente presenza di massi in travertino.

Nel tratto finale il sentiero raggiunge un livello più alto rispetto alla riva del fiume e regala ancora scorci inattesi. Una volta giunti al Ponte Marziale, prima di lasciare completamente il parco o riprendere il percorso al contrario, vale la pena dare un’occhiata ad un elemento di interesse storico. Nascosta dietro gli arbusti, infatti, poco visibile ad un primo passaggio, c’è la LAPIDE DEI MEDICI. Si tratta di un elemento in pietra commemorativo affisso nel 1606 in occasione del ripristino della funzionalità della Gora, restaurata con l’aiuto del Granduca di Toscana Ferdinando I.

I SUONI DELLA NATURA

Dopo aver spadellato per l’intera quarantena avevo bisogno di qualche suono rilassante e cosa c’è di meglio delle note che ci regala la natura? Quando cammino in mezzo alla natura mi piace ascoltare i suoni, una compagnia che mi dona relax e senso di pace.

Il Sentierelsa è costellato di piccole cascate, il cui rumore è perfetto per orientarsi nel percorso, perché non sempre i tratti del sentiero battuto si trovano a ridosso delle acque, in alcuni punti si allontanano.

Al flusso dell’acqua si aggiungono i rumori tra le foglie degli alberi e tra i cespugli vicino alla riva. In questo caso si tratta della fauna del posto, molto ricco di anfibi, tra cui la Rana Verde e il Tritone Crestato. Purtroppo non ho avuto la fortuna di vederlo, ma è una specie quasi esclusiva della nostra penisola (si trova anche in Austria, Slovenia e Croazia). Le acque sono anche ricche di Granchi di fiume, alcuni dei quali possono avere un diametro fino a 15 cm, e Bisce Tassellate.

Anche il cinguettio degli uccelli è una costante lungo il sentiero. Qui si trova una specie dal piumaggio variopinto conosciuta come il Rigogolo. Non sono riuscita a vedere nemmeno questo, ma in compenso c’erano tantissime varietà di farfalle e libellule.

A sentieri assolati per la vegetazione bassa con la presenza di menta acquatica e cannucce di palude, si alternano tratti molto ombreggiati grazie ai numerosi arbusti di varie specie, tra cui Pioppi, Salici ed Ontani. Proprio in questi posti è possibile fermarsi per un pic-nic o semplicemente per fare un bagno, visto che le acque sono balneabili.

Prima di partire avevo un desideri che ho realizzato. Come sempre si tratta di cose semplici, ma in grado di cambiare la mia giornata. Dopo mesi di caffè bevuto al tavolo di casa, ho preparato un termos con almeno 6 tazze di caffè e mi sono gustata la mia buona dose di caffeina contemplando gli splendidi colori di questo posto e abbozzando il mio diario di viaggio.

Non vedo l’ora di esplorare nuovi luoghi in mezzo alla natura, è proprio qui infatti che possiamo ricaricare le energie dopo mesi chiusi in casa. E chissà se il periodo di lockdown ci ha aperto gli occhi sull’importanza di rispettare la natura, di cui siamo semplicemente ospiti.

“Nessun uomo entra mai due volte nello stesso fiume, perché il fiume non è mai lo stesso, ed egli non è lo stesso uomo”.

Eraclito

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