Viaggio spesso e da sola.

Cosa mi spinge a viaggiare? Sembra una domanda scontata, ma non lo è. Soprattutto perché ho visto approcci diversi al viaggio e questo mi ha fatto riflettere sulle mie personali ragioni.

Quante volte sospiriamo in ufficio: “ho bisogno di staccare la spina”.

Il viaggio per me è quella spina staccata dal muro della routine. Un giorno sei a scrivere e.mail e a benedire il correttore automatico, schiavo della perfezione; il giorno dopo compili il diario di bordo consapevole che nessuno leggerà mai quelle righe. Finalmente libero dalle costrizioni sociali, lasci la tua zona di comfort per abbracciare qualcosa di nuovo. 

Non ci sarebbe viaggio se non ci fosse scoperta.

Non riuscirei ad assaporare la gioia che deriva dai viaggi, se non ci fosse qualche piccolo amaro quotidiano. Per me il viaggio non è fuga, come spesso viene vissuta, ma è scoperta, accettazione delle cose, abbandono alla natura.

Ci insegna che fuori dalla nostra terra i problemi sono altri, forse più piccoli, forse più grandi dei nostri. A distanza di sicurezza dalla postazione di lavoro, ridimensioniamo le nostre critiche verso il collega invadente e l’amico polemico. Tutte queste cose diventano dei piccoli granelli di sabbia. 

Io viaggio e spesso anche sola; parto dopo mesi o poche settimane di lavoro intenso; torno ancora più stanca perché in viaggio dormo poco e tengo sempre gli occhi aperti. Lavoro in ambito creativo e il viaggio è il mio miglior stimolo. Condivido l’esperienza con amici imperfetti e con perfetti sconosciuti.

Viaggio perché non ho tempo di “non avere tempo e soldi”. Il viaggio è il miglior tempo speso, basta saperlo organizzare.

E poi bisognerebbe smetterla di pensare che bisogna per forza andare dall’altra parte del mondo per scoprire qualcosa di nuovo 😉

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